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La Sardegna può diventare 100% rinnovabile: ecco come

  • Noraservice
  • 5 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

La transizione energetica in Sardegna non è solo auspicabile: è tecnicamente possibile, economicamente conveniente e ambientalmente necessaria.


A confermarlo è lo studio intitolato “Analisi di possibili traiettorie per la transizione energetica in Sardegna”, realizzato da Politecnico di Milano, Università di Cagliari e Università di Padova, su incarico del Coordinamento FREE in collaborazione con il Consorzio Italiano Biogas e Italia Solare.

Il rapporto analizza nel dettaglio le prospettive per un’isola alimentata interamente da fonti rinnovabili nel settore elettrico, senza il ricorso a nuove centrali a gas o infrastrutture fossili.

Grazie a un mix intelligente di fotovoltaico, eolico e sistemi di accumulo, la Sardegna può soddisfare il proprio fabbisogno elettrico, ridurre le emissioni, creare valore economico e abbassare il costo dell’energia per cittadini e imprese.


Il modello: scenario “FER100%” entro il 2030

Lo studio utilizza il modello energetico NEMeSI (National Energy Modelling System for Italy) sviluppato dal Politecnico di Milano.

Nello scenario di riferimento, la domanda elettrica annua in Sardegna nel 2030 sarà pari a circa 8,0 TWh. Per soddisfarla interamente con energia da fonti rinnovabili, lo studio prevede:


  • 7 GW di fotovoltaico, di cui oltre due terzi da grandi impianti utility scale e poco più di 1 GW da installazioni in autoconsumo o comunità energetiche;

  • 4 GW di eolico, di cui oltre metà a terra;

  • 14 GWh di accumuli, in prevalenza di grande taglia, come previsto da Terna-Snam.



No alla dorsale del gas: il sistema può farne a meno

Uno dei messaggi più chiari del rapporto è che la realizzazione della dorsale del gas in Sardegna non è necessaria. Il sistema elettrico isolano può essere gestito in sicurezza e continuità anche in assenza di nuove centrali a gas.

L’unico utilizzo previsto di combustibili fossili riguarda il comparto industriale ad alta temperatura, per il quale si prevede un impiego limitato di circa 3,7 TWh di gas liquefatto. In ogni caso, si tratta di un uso residuale, che non giustifica la costruzione di una rete gasiva regionale.


Bollette più leggere grazie alle rinnovabili

Il passaggio al 100% rinnovabile non è solo positivo per l’ambiente, ma anche per il portafoglio di cittadini e imprese. Secondo il modello NEMeSI, la Sardegna potrebbe assistere a una riduzione del prezzo zonale dell’energia elettrica del 39% rispetto al 2024.

Il risultato? Un risparmio medio di circa 80 euro/anno per una famiglia tipo che consuma 2.000 kWh. E i benefici diventano ancora più significativi con l’elettrificazione dei consumi domestici, la diffusione delle pompe di calore e della mobilità elettrica.


Il ruolo degli accumuli e del Tyrrhenian Link

Per garantire la sicurezza e la stabilità del sistema, il piano prevede:

  • BESS (Battery Energy Storage Systems) in grado di immagazzinare energia durante le ore di sovrapproduzione (mezzogiorno) e restituirla nelle ore serali o nei giorni con scarsa produzione.

  • Il già in costruzione Tyrrhenian Link, il cavo sottomarino che collegherà la Sardegna al continente, utile per l’equilibrio dei flussi energetici e l’esportazione dell’energia in eccesso.


Suolo e paesaggio: impatto minimo


Il passaggio a un sistema 100% rinnovabile non compromette l’agricoltura né il paesaggio sardo. Secondo le stime del report, la superficie necessaria per installare gli impianti sarebbe inferiore a 5.000 ettari, meno dello 0,4% della Superficie Agricola Totale (SAT) della regione.

Ciò significa che si può costruire questa transizione senza consumo significativo di suolo e anzi valorizzando pratiche come l’agrivoltaico, che combinano produzione agricola ed energetica.


Guardare oltre il 2030: evitare investimenti inutili

Lo studio sottolinea l’importanza di non costruire infrastrutture fossili destinate a diventare obsolete entro pochi anni. La Sardegna può e deve pianificare una transizione che tenga conto degli obiettivi climatici al 2050, evitando “stranded assets” e garantendo un sistema resiliente, pulito e competitivo.


Conclusioni: la Sardegna ha tutto per diventare un modello europeo

Sole, vento, spazi disponibili, tecnologie mature e ora anche una visione tecnica concreta: la Sardegna ha tutte le condizioni per diventare un modello europeo di transizione energetica insulare. A patto di fare scelte chiare e tempestive.

Per raggiungere l’obiettivo, servono:

  • Una pianificazione territoriale efficace, con l’individuazione delle Aree Idonee e la semplificazione delle autorizzazioni.

  • Investimenti negli accumuli, nelle reti e nella digitalizzazione.

  • Un coinvolgimento reale delle comunità locali, con modelli di condivisione dei benefici e strumenti come le Comunità Energetiche Rinnovabili.

  • Una regia politica forte, che allinei le strategie regionali e nazionali verso un obiettivo comune e ambizioso.


Il nostro impegno

In Noraservice, crediamo fermamente che la Sardegna debba essere protagonista della transizione energetica italiana. Da oltre 10 anni sviluppiamo progetti fotovoltaici ed eolici di qualità, lavorando in sinergia con i territori e puntando sull’innovazione e la sostenibilità. Ogni giorno ci impegniamo per costruire un futuro energetico più pulito, equo e indipendente. E siamo pronti a fare la nostra parte.

 
 
 

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